Intestazione



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Amicus Plato, sed magis amica veritas – Mi è amico Platone, ma ancora più amica la verità (Aristotele)
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giovedì 9 agosto 2012

Nina, oh Nina! (Coppie tragiche V)

Nina Giustiniani
Ricorre oggi l'anniversario della nascita di un'importante figura del risorgimento italiano, forse non da tutti conosciuta al pari di altri protagonisti del periodo (eh, sì, anche la storia d'Italia è un filino maschilista, tocca ammetterlo).
La marchesa Anna Schiaffino Giustiniani, detta Nina, nacque a Parigi il 9 Agosto 1807 dal barone Giuseppe Schiaffino di Recco; andò sposa a diciannove anni al marchese Stefano Giustiniani, dal quale ebbe tre figli.
Sono note le sue simpatie per i movimenti patriottici dell'epoca, in particolare per la Giovine Italia di Giuseppe Mazzini. Il suo salotto genovese fu frequentato da figure di spicco del risorgimento; vi si tennero attività di propaganda e di raccolta fondi a favore dei rivoluzionari italiani; all'interno di esso, nel 1830, Nina Giustiniani conobbe (e se ne innamorò) il futuro artefice, anni dopo, della definitiva unità d'Italia, Camillo Benso conte di Cavour, a quei tempi ventenne ufficiale del genio militare.
Cavour, figura conosciutissima del risorgimento, ebbe rapporti ambigui con varie donne, sempre tra il sentimentale e il politico, sui quali la storia ufficiale generalmente sorvola; in un precedente post già parlai di Virginia Oldoini, contessa di Castiglione, detta la vulva d'oro del risorgimento italiano, forse amante del conte, forse solamente suo strumento nel favorire, seducendo l'imperatore Napoleone III, l'alleanza tra Francia e Regno di Sardegna.
Cavour a vent'anni
Nina Giustiniani (sembra sia stato proprio Cavour ad attribuirle per primo il diminutivo col quale passerà alla storia) era già morta da tempo quando il conte tesseva i suoi intrighi con Virginia; ma la relazione tra Nina e Camillo appare di gran lunga più sincera e disinteressata dell'altra.
Di sicuro lo fu da parte di lei: il suo copioso epistolario (più di centocinquanta lettere in un solo anno, e a quei tempi non c'era la posta elettronica, e neppure quella prioritaria) testimonia un amore appassionato ed esclusivo, che si tinge di disperazione quando sente il suo amante allontanarsi da lei: Cavour, che pure in certi periodi corrispose con passione, era troppo volubile e troppo preso dalla politica, dal gioco e dalla vita mondana, per ricambiarla con pari intensità.
L'ultimo incontro tra i due avvenne a Voltri nell'autunno del 1834; da allora Nina continuerà a scrivere lettere appassionate a Camillo (alcune addirittura in genovese) ricevendone risposte sempre più tiepide e sprofondando sempre più nella depressione e nell'instabilità mentale.
Il 30 Aprile 1841, all'età di trentatré anni e dopo altri due tentativi di suicidio andati a vuoto, Nina Giustiniani trovò alfine la sospirata morte gettandosi dalla finestra di palazzo Lercari a Genova, allora sua residenza. Nella sua ultima lettera a Cavour scrisse:
“La donna che ti amava è morta. Ella non era bella, aveva sofferto troppo. Quel che le mancava lo sapeva meglio di te. È morta, dico, e in questo dominio della morte ha incontrato antiche rivali. Se essa ha ceduto loro la palma della bellezza nel mondo ove i sensi vogliono essere sedotti, qui ella le supera tutte: nessuna ti ha amato come lei. Nessuna!”.

Un saluto dal vostro
Cosimo Piovasco di Rondò