Intestazione



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lunedì 24 settembre 2012

Cineforum – Piccoli e grandi film d'ogni tempo (VI)


I diabolici (Les diaboliques, F, 1954, b/n, 114 min)

Regia: Henri-Georges Clouzot

Interpreti: Simone Signoret, Véra Clouzot, Paul Meurisse, Charles Vanel, Michel Serrault

Soggetto e sceneggiatura: Pierre Boileau, Thomas Narcejac

Fotografia: Armand Thirard

Genere: thriller

Musiche: Georges Van Parys


La trama: Il tirannico Michel Delasalle (Meurisse), direttore di un collegio privato a Parigi, maltratta la moglie Christina (Clouzot), una donna fragile e malata di cuore, proprietaria del collegio stesso e da lui sposata per interesse, e l’amante Nicole (Signoret). Le due donne, amiche da tempo, architettano un piano diabolico per liberarsi di lui; piano che sembra riuscire perfettamente, senonché il cadavere scompare dalla piscina della scuola, dove avrebbe dovuto essere ritrovato, e fatti sempre più strani cominciano ad accadere nel collegio, precipitando nel terrore e nel senso di colpa la povera Christina e insospettendo anche il commissario in pensione Fichet (Vanel), che svelerà il mistero nello sconvolgente finale.

Il commento: Il più hitchcockiano dei noir francesi è un capolavoro assoluto di sceneggiatura, regia e montaggio; un montaggio dai tempi dilatati e spesso estenuanti, come nell’interminabile sequenza dell’attesa del cadavere all’obitorio per il riconoscimento. Spettacolare il finale nei meandri bui della scuola di notte, fatto di soggettive, primi piani, dettagli insistiti (una mano guantata, un paio di piedi che si muovono in silenzio), luci che si accendono e si spengono che creano un parossismo di suspence poche altre volte raggiunto da un film. La scena del cadavere che emerge lentamente dalla vasca da bagno mostrando gli occhi rovesciati è impressionante ancora oggi.
Bravissimi gli interpreti: Paul Meurisse rivaleggia col Charles Boyer di “Angoscia” nell’interpretare uno dei più sgradevoli cattivi del cinema giallo, se pur in modo diametralmente opposto: tanto signorile e (falsamente) affettuoso il personaggio di Boyer, quanto brutale e al limite della volgarità pura quello di Meurisse; Véra Clouzot è perfetta nel suo ruolo di donna fragile e sofferente; Charles Vanel tratteggia un poliziotto simpaticamente sornione; Simone Signoret è un’ambigua e conturbante donna in bilico tra l’affascinante e il perverso.

Curiosità: Una didascalia alla fine del film recita: “Non siate DIABOLICI! Non raccontate ai vostri amici quello che avete visto.”
Un altro insolito espediente adottato dal regista per accrescere il senso di tensione è la totale assenza di musica per tutto il film: la colonna sonora di Georges Van Parys si limita infatti a due minuti di musica sui titoli di testa e a mezzo minuto su quelli di coda.
Véra Clouzot è il nome d’arte di Véra Gibson-Amado, brava e sfortunata attrice brasiliana (morì ad appena quarantasette anni per un attacco di cuore), moglie del regista, del quale adottò il cognome come nome d’arte. Girò appena tre film, tutti e tre diretti dal marito.

Un saluto dal vostro
Cosimo Piovasco di Rondò