Intestazione



Le mie citazioni preferite

C'è gente che possiede una biblioteca come un eunuco un harem (Victor Hugo)
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Amicus Plato, sed magis amica veritas – Mi è amico Platone, ma ancora più amica la verità (Aristotele)
Se devi parlare, fa' che le tue parole siano migliori del silenzio (Antico detto cinese)
Contro la stupidità neppure gli dei possono nulla (Friedrich Schiller)
Disapprovo le tue opinioni, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di esprimerle (Voltaire)
Lo stolto ha solo certezze; il sapiente non ha che dubbi (Socrate)
Sognatore è un uomo con i piedi fortemente appoggiati sulle nuvole (Ennio Flaiano)

giovedì 30 agosto 2012

Meteore III (Curiosità musicali XVI)

Questa volta ce l'ho messa davvero tutta, nello scovare ricordi introvabili...

Beppe Cardile, chi era costui? potremmo dire, parafrasando il Don Abbondio manzoniano.
Quando lo ascoltai in radio, all'inizio degli anni '60, mi venne spontaneo considerarlo, assieme a Fabrizio De André e a Luigi Tenco, anch'essi esordienti in quel periodo, l'erede di Sergio Endrigo, all'epoca il principale caposcuola, con Gino Paoli e Umberto Bindi, della canzone d'autore italiana.
Invece De André e Tenco sono diventati famosissimi e sono ricordati ancora oggi, di Cardile si persero le tracce dopo pochi anni.
Curiosità: dai miei ricordi ero convintissimo che Cardile fosse genovese, membro della famosa scuola dei cantautori alla quale – Endrigo a parte – appartengono gli altri sopra nominati; nel documentarmi per scrivere questo post apprendo invece che è fiorentino di nascita e livornese (e anche un po' milanese) d'adozione. Strani scherzi della memoria...
Una cover della sua più famosa interpretazione, L'amore è partito, finalista al Festival di Sanremo nel 1965, è la prima incisione di Franco Battiato (che addirittura ancora si firmava Francesco Battiato); lo testimonia uno dei commenti di questo video, lasciato dallo stesso Beppe Cardile.
Nel video sottostante una delle prime incisioni di successo di Cardile, Per piacere del 1963. La somiglianza con Endrigo, Tenco e il primo De André vi appare evidentissima.

 

Richard Anthony, nome d'arte di Richard Btesh, cantante francese di origine egiziana, ebbe grande successo anche in Italia, soprattutto con J'intends siffler le train (incisa anche in italiano col titolo E il treno va), struggente canzone sentimentale su un definitivo addio alla stazione, che divenne un vero e proprio tormentone radiofonico nel 1962/63, cover di 500 miles della folk singer statunitense Hedy West. Forse superfluo ricordare che Franco Battiato, instancabile ricercatore delle più belle canzoni d'epoca, reincise anche questa: QUI una sua versione in duetto con Giuni Russo. Nel video seguente, invece, la versione originale di Anthony del 1962.



Marisa Sannia, scomparsa nel 2008 a sessantun anni di età, è stata giocatrice di pallacanestro di buon livello, cantante di musica leggera, modella fotografica e indossatrice, attrice teatrale e televisiva e sensibile cantautrice in lingua sarda.
Notata nei primi anni '60 da Sergio Endrigo, col quale mantenne a lungo rapporti di collaborazione, ebbe un breve periodo di notorietà culminato col secondo posto conquistato a Sanremo nel 1968 con la canzone Casa bianca.
Il brano presentato nel video sottostante, e di cui fu la prima interprete, divenne invece famosissimo per le versioni di Lucio Battisti nel 1976 e di Vasco Rossi nel 2007.


Non credo esista nessuno, tra i ragazzi della mia età o appena più grandicelli, che non si sia commosso e non abbia riconosciuta la propria solitudine adolescenziale nella canzone Tous le garçons et le filles, popolarissima in tutta Europa (da noi ne circolò anche una versione italiana dal titolo Quelli della mia età) nei primi anni '60. La voce esile, la figura slanciata e i grandi occhi scuri dell'allora diciottenne Françoise Hardy ne fecero ovunque una bandiera generazionale.
Nel video la versione originale francese; QUI, invece, la traduzione del testo.


 Buon ascolto dal vostro
Cosimo Piovasco di Rondò