Intestazione



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domenica 19 agosto 2012

Interviste (2) – A me stesso

Già due o tre commentatrici del post precedente (o nei loro commenti, o sui loro blog o altrove) mi hanno chiesto di intervenire e di partecipare al gioco in prima persona.
Lo faccio in un post (privilegi del titolare di un blog!) anziché in un commento; chi voglia continuare il gioco può commentare indifferentemente nel post precedente (per maggiore uniformità) o in questo (per maggiore snellezza: la lista dei commenti si sta allungando all'inverosimile). Insomma scegliete voi.
Poiché nessuno mi ha poste domande diverse risponderò alle mie; troverete – anche per rispetto alla brevità – dei link a miei post precedenti, il che mi pare spontaneo, visto che, come ha giustamente notato la povna in un suo commento, tali domande se l'è poste praticamente ogni blogger che si rispetti, e in qualche modo ha pure risposto nel corso della sua avventura blogghistica; scopo di questo gioco è, per l'appunto, accorpare tali risposte e confrontarle.
E dunque, si vada a cominciare...

  1. perché un blog? quali sono state le tue motivazioni nell'affacciarti per la prima volta in blogosfera? 
    R: dire "la disperazione" sarebbe eccessivo, "la noia" troppo poco. In ogni caso stavo male (anche e soprattutto psicologicamente) in quel periodo; un'amica della vita reale, già blogger da tempo su Splinder, tentava di convincermi ad aprire a mia volta un blog, ottenendone sempre netti rifiuti: ero diffidente nei confronti della rete, la consideravo luogo da adolescenti brufolosi e arrapati e da casalinghe inquiete (proprio così le dissi!); infine, in una sera particolarmente cupa, mi decisi a cliccare su quel crea il tuo blog gratis che occhieggiava in fondo alla home page di Splinder, convinto che mi sarei stancato in pochi giorni, se non ore...
    Dopo una settimana, come dissi
    QUI, stavo già cambiando idea...
  2. quando? da quanto tempo gestisci un blog?
    R: dal 4 Dicembre 2006
  3. quante volte? (sì, lo so che sembro un po' il prete nel confessionale... ma un po' di confessione in questo gioco ci sta) quante piattaforme hai cambiate? quali? perché? quali ti sono piaciute di più e quali meno?
    R: due, su Splinder fino alla chiusura, poi su Blogspot; per riprendere ho provato anche Wordpress, iobloggo e logga.me, nessuna mi è piaciuta in particolar modo e ho scelto il male minore; mi piaceva Splinder per la sua community piuttosto chiusa e unita, il che aveva però i suoi svantaggi, e ne parlerò più avanti;
  4. più delusioni o piacevoli sorprese nella tua vita in blogosfera?
    R: in assoluto inaspettate e piacevoli sorprese; me ne sono accorto subito – come dico
    QUI e QUI, ad esempio – e come l'esperienza successiva e anche recente mi ha confermato;
  5. quante volte hai pensato di rinunciare e hai cambiata idea?
    R
    : una sola: devo ammetterlo, presi la chiusura di Splinder come una sorta di tradimento; la sua comunità chiusa che rendeva difficoltoso il colloquio con gli utenti di altre piattaforme – e per converso molto stretto e immediato quello con gli altri splinderiani, con le liste amici (che rimpiango ancora adesso), i PVT, le lucine che segnalavano la presenza in rete, la lista commenti propri (anche questa mi manca) – mi fece pensare che, spostandomi/ci su altre piattaforme, il gruppo si sarebbe inevitabilmente frammentato e disperso in mille rivoli.
    Non era vero, le piattaforme su cui siamo ora sono di gran lunga più aperte e comunicano tra loro con facilità, e in definitiva mi sono un po' pentito per aver aspettato tanto; e ringrazio pubblicamente chi (Elisa, Katherine, Violetta, Linda, Titti... e se dimentico qualcuno mi perdoni) mi ha affettuosamente incoraggiato a riprendere;
  6. descrivi il perché del tuo nickname (e del tuo avatar, se vuoi);
    R: il mio nickname in rete è stato per lungo tempo Lion (ancora oggi, su Messenger, per salutare ho un leoncino che agita la zampina invece del solito Ciao animato che usano tutti); me lo appioppò una collaboratrice di quando dirigevo una rivista, che a sua volta si firmava The Tiger, e mi piacque. Splinder fu il primo sito a rifiutarmelo, in quella famosa sera; non volli interrompere la registrazione e dovetti inventarmi lipperlì qualcosa di nuovo; il primo che funzionò fu Cosimopiovasco, suggeritomi dal fatto di aver appena terminato di scrivere un articolo sui personaggi di Italo Calvino. In seguito mi ci affezionai talmente da usarlo in continuazione; oggi sono Cosimo per tutti, in rete.
    L'avatar è un'illustrazione che trovai in rete tempo prima e che avevo già usata per una rubrica della rivista di cui sopra; mi piaceva il suo simbolismo delle pagine del libro che volano a comunicare emozioni nel mondo. Dopo che (abbastanza presto) il mio anonimato di blogger si dissolse, avrei anche potuto usare una foto (e qui su Blogspot c'è, nel Chi sono), ma a quel segno distintivo non ho più voluto rinunciare.
  7. hai mai cancellato un commento o bloccato un utente? se sì, perché?
    R: commenti ne ho cancellati tanti, ma sempre e solo per cause tecniche, e non ho mai bloccato nessuno; assertore come sono del vietato vietare, accetto di ricorrere alla violenza (e cancellare  – o anche solo moderare – i commenti per me È una forma di violenza, o comunque di censura) solo in casi estremi di legittima difesa, e per fortuna non ne ho avuto bisogno. La mia massima forma di intolleranza la potete leggere
    QUI.
  8. scrivi più per te stesso/a o per gli altri?
    R: se scrivessi per me stesso terrei un diario chiuso a chiave e non lo farei leggere a nessuno, cosa che non ho mai fatta neppure nell'infanzia. Domanda superflua nel mio caso, ma l'ho inserita notando quanto sia vivo in rete il dibattito su questo argomento;
  9. che cosa pensi dei blog privati?
    R: di primo acchito anch'io li considero ossimori, contraddizioni in termini... ma al solito non mi sento di generalizzare: il mio blog ha fatto in fretta a diventare completamente pubblico, rivelando nome data di nascita foto biografie interviste e quant'altro su di me... Ma ne conosco alcuni per i quali la segretezza e l'anonimato sono questioni vitali; e non solo in senso metaforico, i proprietari rischierebbero grosso ad essere identificati; ed è praticamente impossibile scrivere di se stessi in assoluta sincerità senza lasciare qualche traccia che potrebbe permettere l'identificazione... Quindi in casi estremi li considero una triste necessità... anche se sinceramente sospetto che al 90% si tratti di un atteggiamento... sì, insomma, un tirarsela un po'...
  10. racconta un aneddoto (o due, o tre...) particolarmente significativo della tua vita in blogosfera.
    R: Il primo (entrambi sono legati al mio nick): incontrai tempo fa una blogger che aveva intitolato il suo blog La moglie di Cosimo. Commentai ovviamente con qualcosa come "Oh, bella! Mica lo sapevo di avere una moglie su Splinder!". Ne nacque una simpatica corrispondenza su entrambi i blog che si guastò tuttavia quasi subito: caratteri spigolosi entrambi, non gradimmo alcune osservazioni fatte dall'altro/a e polemizzammo un po'... In modo comunque garbato, intendiamoci, senza ban né cancellazione di commenti, ma la reciproca frequentazione si affievolì fino a cessare del tutto.
    Il secondo: in una delle tante catene (di cui questa potrebbe anche essere un esempio) si chiedeva di rispondere a domande personali citando titoli di libri. Un tale rispose alla prima domanda "Sei maschio o femmina?" con "Il barone rampante". Intervenni sul suo blog con aria fintamente arrabbiata invocando il copyright e diffidandolo dall'usare quel titolo che spettava solo a me. Anche in questo caso ne venne fuori uno scambio di battute che fece sorridere pure gli altri visitatori. Ma anche con lui non s'instaurò mai una vera amicizia, ci perdemmo di vista abbastanza in fretta.
Un saluto e un sorriso dal vostro
Cosimo Piovasco di Rondò

25 commenti:

  1. a proposito di aneddoti. Più che aneddoti, vorrei ricordare le storie di due incontri.
    Tutti gli incontri sono stati speciali nel web, ma , di tutti, due lo sono e sono stati più speciali degli altri:
    Annastaccatolisa, che ha lottato fino all'ultimo contro la bestia, sposandosi perfino e
    Marina Graventa, la principessa sul pisello.
    Due persone veramente incredibili, dalle quali ho imparato tantissimo ed il cui esempio e la cui forza mi commuovo sempre!

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    1. A riprova di quanto la rete non si discosti poi tanto dal real, anche qui purtroppo abbiamo avuti (in molti, suppongo, specie se frequentatori di lunga data) anche dei lutti autentici.
      Mi consola ripensare di aver assistito anche a qualche nascita (non di blogger ma di figli di blogger, ovviamente).

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  2. Marina è un fantastico esempio di come lo spirito vinca la materia ed è meravigliosa.
    Ed hai ragione, ci sono stati tanti bambini e sono creature bellissime :) hanno portato un vento di normalità a questo mondo... buon lunedì!

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  3. Molto interessante quel che scrivi. Alcune cose le conoscevo già, altre le avevo intuite, ma la maggior parte delle cose che hai scritto le apprendo ora e, da curiosona quale sono, devo confessarti che le ho lette con piacere e con gusto.
    Un abbraccio e a presto!

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    1. Anch'io ho letta con interesse la tua risposta nel post precedente, e certe coincidenze – soprattutto quella al p.to 1)– mi hanno colpito.
      E anch'io sono curiosissimo nei confronti dei miei amici virtuali... che sia anche per questo, sotto sotto, che mi è venuta quest'idea?

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  4. Caro Cosimo rientro oggi da una settìmana di mare e con piacere mi beo delle tue risposte... direi un buon inizio. Mi hai fatto sorridere perchè io solo recentemente ho scoperto questa vena fantastica in Italo Calvino che forse non avevo mai letto e il Barone rampante è tra le mie letture che giacciono in attesa. Prestatomi da un'amica sono rimasta piacevolmente colpita dal cavaliere inesistente e quindi saputo della triologia mi sono fatta prestare gli altri libri. Ma come al solito c'è sempre un libro che voglio leggere per primo e alla fine l'ho lasciato languire. Adesso però lo leggerò, promesso. Sono troppo curiosa...
    p.s.: io ti rispondo nell'altro post con le domande...
    ciao ciao, Elisa

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    1. Il barone rampante è uno dei capolavori della letteratura italiana del '900, forse l'unico romanzo degno in tutto e per tutto di tale nome nella vasta produzione di Calvino. Forse un po' lento e prolisso all'inizio, bisogna entrarci dentro a fondo per farsene prendere (eh, sì, ti metto sull'avviso, dato che ancora non l'hai letto), insomma bisogna superare il primo capitolo, secondo me.
      Il visconte dimezzato e Il cavaliere inesistente sono molto più immediati, acchiappano subito (specie il secondo), ma non hanno il respiro di vasta narrazione dell'altro, sono in pratica racconti lunghi (o romanzi brevi, se preferisci), genere in cui Calvino è stato indiscusso maestro.
      P.S. OT Ti ho scritto a proposito delle pagine di Blogspot :-)

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  5. Una vera web-radiografia, la tua. Concordo molto sul fatto che l'anonimato in rete non esista. Mai. L'unico modo per essere anonimi in rete è non entrarci, tutto il resto sono pallide illusioni. L'unica cosa che si può fare è costruire un sistema di velature tale da a) non farsi trovare (troppo) facilmente dai motori di ricerca (è il motivo per il quale per esempio certe parole sono bandite dalla mia scrittura); b) costruire un gioco di matrioske abbastanza complesso da rendere la voglia di giocare allo svelamento identitario poco scarsa rispetto al lavoro da fare.
    Sui blog privati, invece, non credo che sia frutto di quello che definisci "tirarsela", per lo più. Penso che il motore principale - fatto salvo di quel 10% dei casi in cui la privatezza è necessaria (e che sono casi di illusione, sia chiaro, perché, di nuovo, in rete non si è mai davvero coperti) - sia una oggettiva insicurezza, una certa timidezza informatica. Oppure ci possono essere blog che funzionano come circoli, penso per esempio a circoli di letture, nei quali si vuole che partecipino solo le persone iscritte anche nella vita reale. E' un po' come i gruppi chiusi su FB, direi. A seconda delle esigenze, possono essere una cosa molto utile.

    Infine, molte delle cose che rimpiangi di splinder (e in particolare la lista dei tuoi commenti) ci sono sulla dashboard di wordpress (Blogger invece sta tendendo a sviluppare sempre di più l'unione con google+).

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    1. D'accordo con le tue notazioni, anche se le mie erano molto meno tecniche e più terra terra: per intenderci, pensiamo ad esempio alla classica moglie alle prese con un matrimonio disastrato e magari anche con un marito violento, e che sfoga le sue frustrazioni su un blog (ovviamente anonimo). Costei non ha paura che il marito s'improvvisi hacker e la rintracci attraverso sofisticate ricerche telematiche; no, ha semplicemente paura che una qualche persona pettegola che la conosce s'imbatta per caso nel suo blog, la riconosca dalle situazioni che racconta e lo vada a spifferare al marito; idem l'insegnante frustrata che ce l'ha col suo preside; l'impiegato incazzato nero coi suoi colleghi o il suo capufficio... In questo caso privatizzare il blog è difesa più che sufficiente (anche se nel caso di una grande azienda un po' di paura delle sofisticate ricerche io l'avrei.
      Ma subito dopo sorge un altro problema: chi invitare? Solo coloro di cui ci si fida, ovviamente. Ma di chi ci possiamo realmente fidare? E il cane continua a mordersi la coda...
      La tua notazione sulla timidezza di quel 90% che privatizza i blog senza alcuna ragione oggettiva mi mette un po' l'amaro in bocca... se fosse vero sono persone per le quali si dovrebbe provare pena, lo trovo un comportamento al limite del patologico... Magari la verità sta ancora una volta nel mezzo...
      In ogni caso una blogger con blog privato mi ha appena risposto nel blog precedente, promettendo di partecipare al gioco: sono curiosissimo di sentire la sua versione.

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    2. In realtà privatizzare il blog ha come primo risultato quello di escludere da ogni motore di ricerca e di cancellare i tag dall'analisi dei flussi di rete. Ed effettivamente nei casi che tu dici (occhio a parlare male delle insegnanti [e solo femmine!], ché qui si parla di corda in casa dell'impiccato!) la privatizzazione funziona. Ma, appunto, funziona io credo proprio perché il problema è soprattutto evitare le ricerche casuali (che è paradossalmente altra cosa dall'evitare l'equazione avatar = identità). E in quel caso il problema del potersi fidare sostanzialmente si bypassa, perché quando qualcuno mi chiede l'accesso al blog privato ho molti mezzi per rendermi conto di chi possa essere o meno (indirizzo IP, provenienza geografica, tipo di sistema operativo usato, tipo di provider, etc etc) - elementi questi che ti fornisce un qualunque sito di statistiche gratuito. Il problema, secondo me, quando privatizzi per reali ragioni non è la paura di chi ti bussa alla porta travestito da vecchia innocua zia e in realtà è il lupo cattivo, ma appunto evitare che il blog venga indicizzato, e dunque scovato per caso da qualcuno.
      Sulla timidezza, sarà l'abitudine a usare regolarmente i gruppi chiusi su FB (del cineforum di cui sono animatore, per esempio, oppure di iniziative di qualsiasi tipo per le quali è molto comodo usare FB, ma non si vogliono ampliare), ma non vi vedevo nessuna connotazione patologica. Posso aver voglia di scrivere non per me (cosa che, come ben dici, se vai in rete non avviene mai - e come insegna una buona parte della teoria della ricezione nemmeno se scrivi un diario privato, in realtà!), ma posso nello stesso tempo non aver voglia che queste mie scritture, per tanti legittimi motivi, siano 'totalmente pubbliche', e preferire dunque un accesso più controllato.
      Ma ovviamente aspettiamo la risposta di chi ha il blog privato.

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    3. No, che parlar male! Semmai era un accenno di solidarietà, e il lapsus (ché tale è stato l'usare inavvertitamente il femminile, la mia intenzione era di parlare in generale) deriva dal fatto che ne conosco tante, e tutte donne, di insegnanti in quella condizione.
      Sul resto ho idea che sopravvaluti un pelino (eufemismo!) il popolo dei blognauti: guarda che la stragrande maggioranza di chi scrive qui sa a malapena usare la tastiera, se dici "Togli i CAPTCHA dai commenti!" ti chiedono se sia roba che si mangia; se gli dici di moderare i commenti temono di aver parlato troppo; mi son sentito dire "Uh, che tesoro che sei a spiegarmi a che serve il tasto FN sulla tastiera del portatile, erano anni che me lo chiedevo"; confondono un browser con un sistema operativo... e tu mi parli di tracciature IP e di ricerche sul tipo di provider?! Naaa!
      Un cineforum o un gruppo di lettura chiuso continuo a trovarlo una contraddizione, fermo restando che chiunque a casa propria possa fare ciò che gli pare. Intendiamoci: su quel merdaio (pardon!) di FB non puoi non mettere limiti a un'iniziativa seria, se non vuoi essere sommerso da cumuli di putridume alti come case; e allora impedisci la scrittura, OK; modera i commenti, OK; proteggi il contenuto dalle copiature e dalla condivisione, OK... ma impedire di leggere?! Abbi pazienza, ma proprio non ne capisco il senso...

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    4. Sugli insegnanti ovviamente era battuta! ;-) Sul resto, no, non sopravvaluto, sono troppo geek da un lato, troppo insegnante dall'altro e troppo abituata a lavorare da vicino con gente - inclusa me medesima - che questa roba la usa da quando in Italia ancora internet nemmeno si sapeva che cosa fosse mentre noi ci scambiavamo allegramente i primi 'phone' su vax (parlo del 1992-1993, per capirci).
      Ma proprio per questo so che - visto che i software che ricordavo sono gratuiti e immediati - se si ha un problema (per esempio: voglio sapere chi entra nel mio spazio), grazie a questo tipo di tools pret à porter, si impara in frettissima, per tutelarsi. E' una specie di cripto-competenza passiva: ci si pensa poco, ma, alla bisogna, si può imparare in tre minuti.
      Un cineforum o un gruppo di lettura tra persone reali possono volersi scambiare opinioni, informazioni e quant'altro tra persone reali, e non avere nessuna voglia di condividerlo con chi non è parte di quella esperienza al di qua dello schermo. Io non ci vedo niente di male. Posso decidere di partecipare a una sagra pubblica, e dare una mano facendo torte per chiunque passi di là. Ma posso anche organizzare un tè a casa mia i cui partecipanti siano, per quanto ampi a piacere nel numero, selezionati. E in quel caso li inviti li faccio io!
      Posso impedire di leggere perché potrei volere scegliere le persone che leggono, per svariatissimi motivi. Non mi pare così insensato.

      Su FB, io sono sicuramente influenzata dall'esserci dalla prima ora (intendo: quando in Italia non esisteva - io l'ho usato per tenermi in contatto con i colleghi delle università straniere con in quali ci incontravamo nei convegni per il mondo - cioè lo scopo per cui era nato), ma non è un merdaio, io credo. Basta saperlo usare e non farsi usare. Se si spende (again) una mezz'oretta la prima volta a capire come funzionano una serie di opzioni, poi non vedi un grammo (ma un grammo) in più di quello che vuoi vedere e non fai vedere, a ogni singolo contatto (non parliamo di chi non hai in lista, va da sé) un grammo in più di quello che vuoi fare loro vedere!
      (Ma ora mi cheto, e scusami per l'avere tirato eccessivamente in lungo la discussione).

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    5. Figurati! Io ci sguazzo come una rana nello stagno, in queste discussioni... Però hai ragione, stiamo facendo diventare questi commenti una cosa privata (uahaha! che battutaccia, scusami!).
      Solo due noticine: sui club privé la pensiamo diversa, ma sono opinioni e non teorie, quindi entrambe sono degne di rispetto.
      Un difetto invece te lo devo riconoscere, e te lo riconosco perché ce l'ho anch'io... o meglio l'avevo, sto faticosamente tentando di emendarmi...
      So anch'io che basta poco per imparare quanto serve in molte circostanze... ma vedi, purtroppo il verbo imparare è visto dal 99% della popolazione come il demonio dai cattolici integralisti: io ho diretto una rivista per undici anni, ho lavorato nell'industria per più di venticinque, curo un blog da sei... in ogni occasione ho tentato di convincere chi mi stava accanto a non fare le cose a rampazzo, a rifletterci, a imparare come farle... Dopo centinaia di volte che ti senti rispondere "Ma io non sono capace!", "Uh, che pignolo che sei!", "Non ho tempo per dedicarmici"... o continui a farti il sangue marcio a vita o ti rassegni... io mi ci sono un po' rassegnato e non insisto più, i consigli li do ancora, una volta, poi...
      Sulla nostra amica del blog privato avevamo ragione tutti e due (la sua risposta è nel post precedente): è stata disturbata dall'esser stata riconosciuta da chi non voleva, come dicevo io; ed è successo per eccessiva indicizzazione nei motori di ricerca, come dicevi tu...

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  6. ciao, ti ho scoperto dal blog di Sheryl. Volevo solamente farti i complimenti ;) non vedo l'ora di leggere altro, mi ritrovo molto nelle tue riflessioni!

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    1. Grazie, Ilaria, i complimenti non dispiacciono mai...
      A presto.

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  7. intervista interessante!

    amo "Il barone rampante" in modo assoluto.

    mi piace entrare nei blog e captare tutto quello che riesco.
    mi piace questa realtà "virtuale", ma l'importante è non divenirne dipendenti.
    ho trovato nei blog persone validissime, persone squallide, mitomani (tantissimi) come si incontrano nella vita di tutti i giorni.

    ritornerò nel tuo spazio.

    un saluto cordiale
    gelsobianco
    non sono anonimo, sono gelsobianco

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    1. Lieto della conoscenza, gelsobianco, grazie per la visita.
      Mi fa piacere che anche tu ami Calvino.
      Sul fatto che la rete rispecchi sotto ogni punto di vista la vita reale sono d'accordo; non lo credevo quando ci sono entrato e mi sono ricreduto in fretta, come racconto sopra.
      Anche il rischio di dipendenza l'ho molto ridimensionato, non ne ho praticamente vista in giro, se non in pochi estremi casi.
      Alla prossima, ciao.

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  8. Ricordo "la moglie di Cosimo" :-) ...ricordo molto bene una nostra discussione abbastanza accesa inerente all'ortografia :-) Ricordo il "barone" e mi fa tornare in mente anche "Baronerosso" (il caro Eligio che ora è in cielo).. Leggo con curiosità le tue risposte e ..sei tu :-)
    Un abbraccio grande al mio Cosimo preferito :-).. e non perdiamoci di vista, ok? ;-)
    p.s. intanto ho in sottofondo Equinoxe4

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    1. Sai che la discussione sull'ortografia mica me la ricordo? Mi dai qualche dritta che la vado a ricercare sul mio blog?
      Tutto il resto sì... e di lutti in rete ne ho già parlato con Renata (sopra)e il suo commento mi ha fatto pensare proprio a Eligio... che io conoscevo poco, non ci siamo mai frequentati né commentati, ma ricordo la sua presenza sui blog di tanti amici, e anch'io fui colpito dalla sua scomparsa.

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  9. Comunque è incredibile come nel mondo virtuale si riproducano le stesse dinamiche relazionali del mondo reale, come si creino simpatie, antipatie, rivalità, liti, senza essersi mai conosciuti!
    La cosa all'inizio mi stupiva un pò.

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    1. All'inizio anche a me, l'ho detto e ripetuto in tutti quei post che ho linkati sopra... Ma sul senza essersi mai conosciuti non sono d'accordo (se intendi "conosciuto = visto di persona"); ho conosciute persone più intimamente tramite mail e blog che non col contatto diretto; anzi, la presenza fisica a volte è addirittura di ostacolo nel rivelare le nostre vere personalità.

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  10. Ora conosco qualche aspetto in più della tua personalità; la prima impressione che ho avuta leggendoti mi è confermata...
    Un sorriso a te.

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    1. Sì, era (anche) questa l'intenzione: conoscere meglio le personalità degli altri blogger e far conoscere meglio la mia.

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  11. Arrivare ad un nuovo blog e trovare un'intervista in cui l'autore svela qualcosa di sé stesso è molto piacevole :)
    In questo momento poi sto leggendo "Le città invisibili" e sto scoprendo una vera e propria passione per Calvino, le sue riflessioni e il suo modo di scrivere (meglio tardi che mai). Il barone rampante giace da qualche parte nella libreria..è il caso di prenderlo in mano (non per lanciarlo come feci ai tempi della scuola) ma per riscoprirlo :)

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    1. In realtà l'intervista è nata per svelare gli altri (cfr. post precedente) e non me stesso; ma quando me l'hanno chiesto non ho ovviamente potuto tirarmi indietro.
      Felice di trovare un'altra persona che si sta convertendo alla narrativa di Calvino; per me è un mito (oltre che un maestro)...

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