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giovedì 23 agosto 2012

Modi di dire (V)

(Nota a margine: anche questo post riprende una rubrica curata parecchio tempo fa – le precedenti puntate QUI, QUI, QUI e QUI – e abbandonata per esaurimento degli argomenti. Alcune recenti discussioni su blog amici me ne hanno suggeriti altri, quindi vado avanti).
 
Nascere con la camicia: vale essere una persona fortunata, ma l'origine del detto è controversa.
C'è chi lo fa derivare dal corredino del neonato che solo le famiglie abbienti, in passato, si potevano permettere, mentre i bimbi del popolo venivano avvolti in rozze fasce; starebbe perciò per nascere con la camicia pronta per essere indossata, simbolo, quindi, di agiatezza.
Un'altra ipotesi ugualmente convincente (e secondo me più suggestiva) fa riferimento a quei rari parti nei quali il neonato viene alla luce avvolto dal sacco amniotico, che erano considerati nell'antichità, proprio per il fatto di essere rari, di buon auspicio per il piccolo.
 
Stato interessante: questo detto, riferito alle donne in attesa di un figlio, è a mio avviso davvero difficile da interpretare.
Che si tratti di un eufemismio è addirittura ovvio: nel bigotto linguaggio del passato termini come gravida e pregna (tecnicamente ineccepibili) erano considerati volgari e sconvenienti, tanto da essere del tutto abbandonati in riferimento agli esseri umani e riservati agli animali (una vacca gravida, una pecora gravida si dice ancora oggi); anche incinta (non cinta, cioè impossibilitata ad usare la cintura per l'ingrossamento del ventre secondo alcuni; secondo altri dal participio passato del verbo latino incingere, cingere intorno) è già un eufemismo, ma anch'esso era considerato troppo diretto; ed ecco quindi nascere altre espressioni per riferirsi ai periodi connessi al parto: dolce attesa, stato di grazia, lieto evento, tutti dal significato trasparente... e poi quello strano stato interessante...
Tutti i tentativi d'interpretazione che ho trovati in giro – dall'interesse che una donna prova per se stessa in un momento particolare, all'essere più interessanti agli occhi degli uomini di fronte al mistero della maternità – mi sembrano campati in aria. In ultima analisi il più convincente, se pure arzigogolato, mi appare quello dato dall'Accademia della Crusca, che lo considera un francesismo, forgiato per calco linguistico sul francese intéressant, che contiene – o conteneva nel francese antico –  anche l'accezione importante. Si tratterebbe quindi di uno stato importante nella vita di una donna.
 
Saltar di palo in frasca: lo si dice di chi, nel corso di una conversazione, cambi d'improvviso argomento senza un'apparente giustificazione. L'interpretazione più diffusa fa riferimento al palo come simbolo d'insegna nobiliare, e alla frasca come insegna d'osteria: significherebbe dunque passare ad argomenti tra loro diversissimi.
La trovo sinceramente argomentazione eccessivamente ricercata e artificiosa: preferisco invece una visione molto più bassa e contadinesca del termine: nei campi si trovano sempre affiancati i pali (della vigna) e le frasche (degli alberi attorno o della vigna stessa), e gli uccelletti svolazzano incessantemente posandosi ora sugli uni ora sulle altre, dando l'apparenza, ai nostri occhi umani, di non volersi mai decidere su quale appoggio scegliere definitivamente.
 
Fare la corte – fare il filo: più classico il primo, più moderno il secondo, sono comunque sinonimi nel significato di seguire assiduamente qualcuno/a con intenti amorosi.
Nell'origine però fare la corte non aveva significato amoroso: si riferiva ai cortigiani, coloro cioè che facevano parte della corte del signore di turno e che lo seguivano assiduamente e lo adulavano per ingraziarsi i suoi favori; passò poi nell'uso comune riferito ad un simile tipo di comportamento nei confronti di una persona dell'altro sesso, a fini non più di interesse ma bensì amorosi.
Di gran lunga più complicato fare il filo, diffuso soprattutto nel linguaggio giovanile della seconda metà del secolo scorso. Le interpretazioni sono molteplici e tutte di un certo interesse: la più immediata paragona il corteggiatore che tenta di adescare la persona amata al ragno che fa il filo per tessere la tela dove intrappolerà la preda; suggestiva una storia (leggenda?) su un gruppo di abili ballerini bolognesi di inizio '900 che filavano in continuazione tra le balere dei vari quartieri in cerca di ragazze da corteggiare, e che furono chiamati filuzzianiFare il filo deriverebbe da loro.
Personalmente azzarderei anche un'etimologia più colta, notando che, mentre fare la corte, corteggiare, corteggiamento  e  corteggiatore sono tutti semanticamente equivalenti,  fare il filo, filare e filarino non lo sono; in particolare filare e filarino rappresentano un passo avanti rispetto a chi fa il filo, riferendosi a persone che hanno già un rapporto amoroso in atto (in genere lo si dice di coppiette molto giovani); sicché potrebbe esserci un richiamo al greco philìa, amore, presente in molti termini italiani come filosofia, filantropia, filatelia... e fare il filo potrebbe anche avere una derivazione inversa, cioè aspirare a "filare" con qualcuno/a. Un po' fantasiosa, ma l'idea mi piace...

Un saluto dal vostro
Cosimo Piovasco di Rondò

33 commenti:

  1. Ciao, piace anche a me questo tuo"azzardo", la trovo una spiegazione più esauriente di tutte le altre. e, perchè no, anche più romantica. Molto interessante tutto il post, a volte usiamo delle espressioni senza sapere bene da dove derivano o che cosa significano realmente. Pensa, per esempio, che ho sempre pensato che l'espressione "stato interessante" riferito alle donne incinte derivasse da un antico linguaggio medico! Ciao e grazie di questo bel post.
    Antonella

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    1. E se avessi ragione tu?! In fondo lo stato di una donna incinta potrebbe essere considerato particolarmente interessante dal punto di vista della ricerca medica (in ginecologia, genetica ecc...).
      Non ho mai sentita avanzare questa ipotesi, e neppure a me è venuta in mente, ma più ci penso e meno mi sembra peregrina...

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    2. Guarda, non mi sono mao posta il problema di cosa potesse significare proprio perchè ero convinta di questo...anche perchè ovviamente lo riferivo a un linguaggio molto antico quando ancora la conoscenza del corpo umano e delle sue funzioni era limitata e quindi questa "alterazione" costituiva un forte Interesse per chi operava in campo "medico"...linguaggio che poi è rimasto in uso corrente, così come altri modi di dire in altri campi. Non ho assolutamente nessuna base per avvalorare questa cosa se non che, ci ripensavo sta notte cercando di addormentarmi, è un'espressione che ho sentito usare prevalentemente se non in ambiente strettamente medico in campi vicini alla medicina: infermieri, personale ospedaliero ecc.. Non so se possa significare qualche cosa. Ti lascio col dilemma. Buona giornata.
      Antonella

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    3. Le convinzioni a volte sono fallaci, ci si può accorgere, per un motivo o per l'altro (a me capita spesso), che quello di cui si era convinti non corrisponde al vero...
      In ogni caso la tua continuo a trovarla logica e pertinente: che sia vera o no, secondo me, poco importa, per il mio carattere cartesiano conta soprattutto che sia credibile...

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  2. a me piace molto la tua idea un po' fantasiosa, ma non troppo.

    la fantasia è vitale sempre.

    ...ed è importantissima nell'"aspirare a "filare" con qualcuno/a".

    grazie per il tuo interessante post.

    gelsobianco

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    1. Quale idea? Quella del "filare" derivato dal greco?
      Mah! Non so se abbia un fondamento... e non sono un linguista di professione, ma l'etimologia è una materia che mi appassiona.
      Sul fatto che la fantasia sia importante anche in amore sono d'accordissimo...

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    2. sì, proprio quella del "filare" derivato dal greco.

      la fantasia è vita secondo me.
      è necessaria in amore!
      "L'amore è un canovaccio fornito dalla natura e ricamato dall'immaginazione."
      (Voltaire)

      un saluto
      gelsobianco

      tu conoscerai senza dubbio ciò che Calvino dice sulla fantasia.





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    3. Calvino ne ha dette tante, e a proposito di tente cose...
      Al momento sue citazioni particolari sulla fantasia non mi vengono in mente...

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    4. Calvino a me dice tantissimo a proposito di molto.
      Lui ha parlato tanto di tanti argomenti.

      "La Fantasia è un posto dove ci piove dentro"
      dalle “Lezioni americane” di Italo Calvino

      l'interpretazione è personale pur nel rispetto del pensiero di questo Grande.

      gelsobianco

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    5. "Lezioni americane" è un grande testo, una sorta di testamento spirituale (per di più incompiuto) di Calvino.
      Quella definizione non la ricordavo, grazie per avercela riproposta.

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    6. si entra in un blog per ricevere e dare.

      un saluto
      gelsobianco

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    7. Troppo giusto: a volte i commenti sono più interessanti del post... e a me sinceramente fa solo piacere.

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    8. ricevere qualcosa di interessante, di emozionante.
      dare quel qualcosa che un post ti sollecita a pensare, a sentire.
      questo volevo dire.
      non vorrei essere fraintesa.

      il "do ut des" non è nelle mie corde.
      detesto questo modo di vivere di molti blogger (escludo sempre i presenti naturalmente).
      io, poi, non ho un mio spazio nel web.

      ancora un saluto per il Barone e per i suoi ospiti.
      gb

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    9. i commenti, a volte, sono più interessanti del post.
      hai ragione.

      i commenti però vengono sollecitati da post che offrano materia su cui poter spaziare con il pensiero, che comunichino reale emozione.

      ecco perchè si frequenta un blog!

      grazie di quello che offri, Barone!
      gb

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    10. Discorso complicato, cara... A me sinceramente un po' di do ut des, quando sia a fini culturali (o di comunicazione, se preferisci) e non puramente commerciale, non dispiace; certo quei blogger che impestano tutti di messaggi tipo vieni a vedere il mio blog senza degnarsi di leggere né di commentare il mio, li digerisco poco; idem, però, quei blog – magari interessanti – i cui proprietari non vanno mai a commentare da nessuna parte, o addirittura non rispondono neppure ai commenti che gli lasci; dopo un po' tendo a dimenticarmi di loro, visto che di scambio non ce n'è...

      Che i commenti siano sollecitati da post interessanti è fuor di dubbio; però è altrettanto vero – e potrebbe sembrare strano – che:
      1) spesso è un commento altrui ad ispirare un post (a me è successo più volte, ed anche ad altri);
      2) a volte proprio post un po' sciapi e leggerini innescano una serie di commenti interessanti e approfonditi.

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    11. sei stato esaustivo.
      sono perfettamente d'accordo con te.
      ti ringrazio.

      tornerò con più calma nel tuo blog.
      un saluto
      gb

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  3. interessante post, molte volte si usano terminologie di cui non si conosce l'origine!

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    1. Eh, sì, capita a tutti... e a me, ogni tanto, piace ragionarci su un po'... e condividere (e confrontare) le mie riflessioni con gli altri.

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  4. Incinta, propendo per la seconda ipotesi, cioè che la vita della donna si è cinta di una nuova vita, si è ingrossata.

    Fare il filo quando sarebbe entrato in uso? Negli anni '50 o '60? E più al nord o al sud?

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    1. Sinceramente non lo so... quand'ero ragazzo (anni '60, appunto) fare il filo era un'espressione usatissima nel gergo giovanile, mentre da gente più anziana di me non l'ho mai sentita, quindi suppongo sia venuta di moda allora, anche se probabilmente l'origine è anteriore: quell'aneddoto sui ballerini bolognesi risale a inizio secolo.
      Su nord o sud, altrettanto sinceramente... non ne ho la più pallida idea! :-)))

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  5. E' vero,a volte usiamo dei termini i cui non sappiamo neanche il significato xD Bellissimo post!!

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  6. Post interessante, fa riflettere su termini usati e di cui spesso ignoriamo la provenienza.

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  7. @Sheryl & penelope: Grazie anche a voi, carissime :-)

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  8. ho appena scoperto questo blog ^^ interessantissimo ^^ ecco che fine aveva fatto il Barone Rampante :) ha apero un blog... spero profondamente che nel frattemo non abbia messo piede per terra :') un abbraccio

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    1. Grazie, Esmeril. In effetti ero stato per un po' a svolazzare tra gli alberi, ma sono tornato...

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  9. interessante, come lo stato

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    1. Aaaghhh! Ai tempi di Splinder, il mio amico Wilcoyote aveva istituito il premio chiavica che assegnava regolarmente ai blogger autori della più agghiacciante battuta degli ultimi tempi (un paio li beccai anch'io, ovviamente!).
      Questa me la segno, caso mai volessi far rivivere quell'usanza...

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  10. Molto interessante questo tuo post. L'espressione "fare il filo" l'ho sempre sentita, qui da noi in Piemonte. Sul nascere con la camicia avevo già sentito la seconda ipotesi. Sul saltar di palo in frasca propendo anch'io sulla versione contadinesca, comunque è ovvio che si intenda il saltare da un argomento all'altro molto diversi. Sullo stato interessante anch'io non ho mai saputo nulla di concreto. E' probabile che sia interessante in termine medico, chissà!
    Leggo tra le conoscenze che nomini il tuo amico Wilcoyote. Sai che io l'ho conosciuto davvero di persona? Era venuto a vedere una chitarra insieme ad un suo amico sacrestano. A quei tempi mio figlio lavorava part-time in un grande negozio di strumenti musicali e ci eravamo dati l'appuntamento lì, tra centinaia di chitarre e tra i mille suoni diversi dati dai musicisti che provavano. E' proprio piccolo il mondo eheheheeh!

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    1. Mario/Wilcoyote l'ho conosciuto anch'io di persona. Una volta sola, per merito di Roby/Damadelsole, che è napoletana e che, la volta che venne a fare un corso a Milano, organizzò un incontro con me (che non aveva mai visto) e con lui (che invece conosceva già).
      Andammo a cena a Pavia, in una terribile serata di pioggia (Mario vive nell'oltrepò pavese); da qualche parte devo avere anche una foto di noi tre al ristorante...
      Mario è un bravo musicista, ha una profonda conoscenza della musica pop e del folk scoto-anglo-irlandese, più volte ne abbiamo discusso nei nostri blog; inoltre è laureato in fisica, ogni tanto ci divertivamo a stupire gli altri lettori pubblicando equazioni astruse e discettando di relatività e fisica quantistica...
      Lui e Roby sono stati tra le mie prime conoscenze di Splinder; verso la fine avevano mollato un po' entrambi; li ho ritrovati tutti e due su Wordpress, purtroppo sono molto poco attivi.
      Guarda un po' quanti aneddoti vengono fuori dai nostri trascorsi blogghistici...

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  11. Sì, Mario scrive poco...ma quando hai bisogno di lui c'è sempre. A me è capitato di avere dei problemi informatici e mi ha persino telefonato a casa per aiutarmi a risolverli.

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    1. Sissì, è una persona molto gentile e disponibile... Il suo numero di cell lo devo avere ancora da qualche parte; e l'e-mail sono sicuro di averla...
      quasi quasi, uno di 'sti giorni, visto che qui non lo si becca più...

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  12. Nel nostro bel Paese i Modi di Dire sono una risorsa continua.
    Ne ho uno, ma non sono riuscita a comprendere il significato: Sta bene Rocco, sta bene tutta la rocca.
    Caro Barone, potrebbe "informarmi"?...
    Comunque da Te tira una deliziosa arietta
    Grazie mille
    Gina

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    1. Posso confessare candidamente di non averlo mai sentito?
      Il significato mi sembra trasparente: "Se sta bene il re – il capo, il padrone – sta bene tutta il castello". Se poi quel Rocco sia un personaggio storico o un nome scelto a caso per assonanza con rocca non lo so proprio.

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