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domenica 11 novembre 2012

A proposito della lingua italiana (VIII)

I precedenti post dedicati ad approfondimenti (più o meno seri) sull'etimologia di termini comunemente usati sono stati particolarmente graditi dai miei lettori; da ciò incoraggiato, vi presento un'altra puntata, con qualche termine malizioso...

Goldone: soprattutto nel nord dell'Italia è un termine volgare che indica il preservativo maschile, o profilattico che dir si voglia; i genovesi invece dicono gondone con la enne al posto della elle, ma i due termini, benché somiglianti, sembrano avere etimologia diversa.
Genova è stata per lungo tempo la città più anglosassone d'Italia, e l'espressione gondone (in dialetto gundùn) deriva probabilmente, per assonanza, dal termine inglese condom.
Più controversa l'origine di goldone: c'è chi dice che i soldati statunitensi abbiano fatta conoscere agli italiani, subito dopo la liberazione, la marca di preservativi Gold One, da cui sarebbe nato il termine; secondo altri, però, tale marca non è mai esistita. Più probabile, quindi, che il termine derivi dal nome del fondatore, negli anni '20, dell'azienda bolognese Hatù, storica e più famosa marca italiana di profilattici, il commendator Franco Goldoni.

Zebedei: in espressioni come non mi rompere gli zebedei, grattarsi gli zebedei ed altre, il termine assume l'ovvio significato di testicoli; ma perché, poi?
Zebedeo è un nome proprio e si riferisce ad un personaggio biblico, padre di due apostoli, Giacomo il maggiore e Giovanni l'evangelista; appare bizzarro che due personaggi considerati santi dal cristianesimo siano diventati icona di un'espressione scurrile, ma una spiegazione c'è: sia nei passi del vangelo che li nominano, sia nelle numerose rappresentazioni pittoriche di Gesù coi dodici apostoli, i fratelli zebedei appaiono quasi sempre in coppia, e generalmente uno alla destra di Gesù e l'altro alla sua sinistra; e notoriamente l'espressione andare sempre in coppia si riferisce anche ai testicoli; inoltre secondo alcuni (secondo altri invece no, ma non sono riuscito a definire univocamente la questione) Giacomo e Giovanni sarebbero stati addirittura gemelli; e un termine derivato dal greco per indicare i gemelli è didimi, che nella lingua italiana – se pur poco usato – è sinonimo di testicoli.
Val la pena ricordare inoltre che un'altra espressione di uso comune è rompere i santissimi; non è escluso che l'origine possa essere la stessa, anche se è ugualmente probabile che possa derivare dal considerare i testicoli l'organo più sacro del corpo maschile.

Grilletto: trasparente l'identificazione del (o della: i linguisti non si sono ancora messi d'accordo se il termine sia di genere maschile o femminile) clitoride femminile col dispositivo di sparo delle armi da fuoco, sia per la forma sia per il sottinteso di qualcosa che si aziona col dito.
Da notare inoltre come da sempre il termine pistola sia considerato come simbolo fallico, tanto che nel dialetto milanese pistola equivale a pirla, ed entrambi significano membro virile, benché siano usati principalmente in senso traslato, come insulto nei confronti di una persona sciocca. Inoltre con pistolino si identifica il pene dei bambini.

Fica: originariamente designava il frutto del fico, secondo la consuetudine che nomina al maschile l'albero e al femminile il frutto dello stesso (pero-pera, arancio-arancia, melo-mela, castagno-castagna); la sua diffusione come termine volgare per rappresentare l'organo genitale femminile ha creato una sorta di tabù linguistico probabilmente unico, sicché il fico è l'unico frutto che mantiene il genere maschile come l'albero relativo.
Nelle lingue – così come nei dialetti italiani – dove il termine scurrile è indicato da una parola diversa, il frutto del fico mantiene però il femminile come tutti gli altri: ad esempio in francese la figue e in genovese a figa non hanno alcun risvolto osceno.
Nonostante il termine sia scurrile è stato più volte usato anche nella letteratura colta: in particolare Dante, nel canto XXV dell'Inferno, rese famoso il gesto di far la fica, ossia chiudere il pugno col pollice che spunta tra indice e medio, in segno di spregio o di insulto, rappresentando così il blasfemo Vanni Fucci:
Al fin de le sue parole il ladro
le mani alzò con ambedue le fiche,
gridando: "Togli, Dio, ch'a te le squadro!"

Un saluto e un sorriso dal vostro
Cosimo Piovasco di Rondò

26 commenti:

  1. Mai sentito il termine goldone,evidemtemente perchè non ho mai usato simile... oggetto.
    Ugualmente ho sempre pensato al grilletto del fucile e non ad altro ( è anche vero che non sono mai stata particolarmente interessata alle mie simili dal punto di vista sessuale)
    Conosco bene gli altri due vocaboli, anche se non ne sapevo la storia così dettagliata.
    Sei sempre un pozzo d'informazioni! :)

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    1. Strano... credo che goldone sia diffusissimo in alta Italia, tranne che in Liguria, per i motivi spiegati nel post.
      Chissà, forse in Piemonte lo chiamano in altra maniera, varrebbe la pena fare una ricerchina...

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    2. Mi sa che dovrò chiedere a mio marito...:D

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  2. Sul volgare andante più si che no, questa puntata, tuttavia al seguito di illustri antenati di ceppo italico.
    Confesso che un paio di queste parole non le conoscevo affatto e non le avevo mai né lette né sentite pronunciare. Chissà dove vivevo.

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    1. Sai come si dice: quando ce vo' ce vo'... Più d'uno mi ha rimproverato di essere un po' troppo serio e formale nei miei post, e così...

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  3. Sono d'accordo con Ambra. Comunque, interessante la storia della provenienza del Gold One.

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  4. sei troppo forte... ma sugli zebedei e la fica hai superato te stesso!!!
    grazieee

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  5. Un caro pensiero alla memoria del commendator Goldoni.... Davvero istruttiva anche questa puntata. E mi hai fatto ricordare che quando studiavo in Francia la famiglia che mi ospitava aveva una cagnetta di nome Figue.... mi imbarazzava chiamarla :-)

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    1. Io sono genovese, e da ragazzo, quando andavo a trovare qualche zia in campagna e mi offiva dei fichi dicendo "Ti e voe due fighe? (lett: le vuoi due fiche?)" mi veniva da sorridere, perché in dialetto non ha niente di osceno (la vulva in genovese si chiama mussa) ma il termine italiano noi ragazzi lo usavamo a tutto spiano...

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    2. quante cose si imparano... con i dialetti italiani... simpatico

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    3. Sul dialetto genovese e le sue curiosità ho già scritto parecchi post, ma la mia conoscenza si ferma lì. Perché non ne fai uno tu sul romanesco? Sarebbe carino...

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  6. "Non rompere gli zibidei" è una frase che spesso si usa a Roma...
    E come ho già detto, non si finisce mai d'imparare, a volte si usano termini o frasi senza sapere da dove vengano o cosa veramente vogliano dire. Ciao.

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    1. Si usa un po' dappertutto, mi risulta. È anche vero che qualcuno dice zibidei invece del più corretto zebedei, ma l'ho sentito piuttosto raramente, potrebbe essere una variante centro-meridionale.

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  7. Conoscevo tutti questi termini ma non ne conoscevo l'origine. Anche secondo me siamo cauti un po' sul volgare, ma anche questo è la vita!
    Felice serata.
    Antonella

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    1. Secondo me la volgarità al giorno d'oggi è invece dilagante, e non intendo solo riferirmi alle parolacce, bensì a stili di comportamento in generale...
      Proprio per questo tendo ad essere cauto nell'approcciare certi argomenti, e cerco di farlo con una cifra personale e riconoscibile...

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    2. P:S: Ops! non è che il tuo cauti è un refuso per caduti?! Io l'ho inteso alla lettera, ma rileggendo...

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    3. Ma scusa, non ho riletto e c'era questo errore che poteva anche non essere un errore ed ha cambiato significato al commento. Volevo, appunto, scrivere caduti. Sì, anche secondo me la volgarità oggi e dilagante e non solo nel linguaggio e nello stile di vita ma an che nel pensiero.
      Scusa ancora.
      Antonella

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    4. la volgarità è offendere o ostentare cose e parole indecenti... basta accendere la televisione ... servito su primo piatto!!!

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    5. @Antonella: figurati! Ci sono certi refusi che sembrano fatti apposta, tanto assumono significato nel contesto, e ravvivano la discussione...
      @Elisa: non solo, è anche mancare di rispetto al prossimo con atteggiamenti stupidi e superficiali. Il tuo riferimento alla TV è pertinentissimo.

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  8. ma che bel post!interessante ed istruttivo...
    un saluto,
    S.

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