Non sono mai stato un grande appassionato di sport: non ho mai vista una partita allo stadio, il tifo calcistico era solo un'occasione per prendere (e farsi in prendere) in giro compagni di scuola e colleghi di lavoro il lunedì, a seconda di quale squadra avesse vinto o perso la domenica. Anche gli altri sport li ho sempre seguiti piuttosto tiepidamente.
Ma per il ciclismo ho sempre avuta una particolare affezione: mi affascinarono fin da piccolo queste competizioni strane, che durano una giornata intera, in condizioni ambientali spesso estreme, in mezzo a bufere di neve o sotto un sole cocente.
Tra i tanti campioni sportivi che ho visti correre, ad uno sono rimasto particolarmente affezionato: un bergamasco dal sorriso timido e dal profilo tagliente, che proprio oggi compie settant'anni.
Felice Gimondi, nato a Sedrina il 29 Settembre 1942, è stato uno dei più grandi ciclisti della storia; più di centoquaranta successi in carriera (e sarebbero stati il doppio, se non si fosse trovato a competere con quello che è considerato da molti il più grande di tutti i tempi, il cannibale Eddy Merckx), uno degli appena cinque ciclisti a vincere tutti e tre i principali giri nazionali europei (Francia, Italia, Spagna), l'unico assieme a Merckx a vincere anche tutte le principali classiche monumento (Milano-Sanremo, Parigi-Roubaix, Giro di Lombardia e Campionato del mondo).
Alle sue battaglie col rivale belga il cantautore Enrico Ruggeri dedicò anni fa una bella canzone, Gimondi e il cannibile; avendola già pubblicata in un post tempo addietro, mi limito adesso a riportare un LINK.
Vi propongo invece un racconto che a mia volta dedicai alla sua figura, e che trovate, in forma di e-book sfogliabile, cliccando sulla copertina qui sotto.
Buona lettura e un saluto dal vostro
Cosimo Piovasco di Rondò
che bel post interessante, non sapevo niente di Gimondi Felice e ora mi hai incuriosita. Quando tornerò dagli Usa (viaggio di lavoro) mi infeormerò.
RispondiEliminaBuona domenica!
Grazie, ma in realtà l'ho appena sfiorato l'argomento, pensavo che di Gimondi tutti sapessero tutto... Più che altro un'occasione per fargli gli auguri...
EliminaIn ogni caso in rete trovi notizie a bizzeffe; soprattutto in questi giorni ne parlano tutti...
Eddy Merckx è stato un mio mito infantile.
RispondiEliminaNon sapevo fosse soprannominato il cannibale ... Why?
Il ciclismo di oggi? Non lo seguo, ma da quel che sento mi puzza tanto di grandi dopate!
A quanto ne so quel soprannome glielo affibbiarono per primi i colleghi ciclisti, per la sua insaziabile fame di vittorie e per come si mangiava gli avversari... I giornalisti lo ripresero in seguito, prova ne è che tu, pur essendo stata tifosa di Merckx, non lo ricordi.
EliminaIl doping nel ciclismo (e negli altri sport) c'è sempre stato, probabilmente oggi se ne parla solo di più: ricordo Fausto Coppi, intervistato a fine anni '50, che confessava candidamente che "tutti i ciclisti si portano la bomba nella borraccia"; e Tommy Simpson è morto di doping sul Mont Ventoux quarantacinque anni fa, mica ieri...
Negli anni '70 il Giro d'Italia passava spesso dalle mie parti e qualche tappa terminava proprio nella mia città.
RispondiEliminaMio padre è patito di ciclismo e ancora oggi non si perde una tappa del Giro e del Tour De France.
Ho due bellissime foto di me bambina accanto ai due corridori amici-rivali: Eddie Mercks e Felice Gimondi.
Io bimbetta ero molto emozionata.
Mio padre che scattò le due foto molto più emozionato di me.
Auguri Felice, buon compleanno, tu sei il mio preferito anche se come dice Elio:
lo so che non e' facile
nella vita scoprire
che c'e' anche Eddie Merx
ho quasi paura
ma affronterei il mondo
quando lui pedala al mio fianco
Sono Felice Gimondi
con gli occhi rotondi
la testa quadrata
e la bici scassata.
(Sono Felice - Elio e le storie tese)
Ciao Cosimo ti auguro una buona serata.
Anch'io, quando riesco, guardo ancora le tappe del Giro...
EliminaBello avere una foto accanto a due campioni come Gimondi e Merckx; magari pure con l'autografo?!
Io da vicini non li ho mai visti; neppure il protagonista del mio racconto ci riesce, a farsi fare l'autografo da Gimondi...
No Cosimo, le foto le scattò mio padre, non ebbe il tempo di scattare, farle sviluppare e poi farle autografare.
EliminaErano altri tempi.
Ma sono un bellissimo ricordo.
Oggi con Instagram sarebbe molto più facile.
Ma la magia della foto in bianco e nero resta irripetibile.
Un abbraccio.
Hai ragione, non ci avevo pensato...
EliminaAnche a me piace il Ciclismo da piccola ero Bartaliana! Adorni, Mercks, Gimondi, ... come no. L'ho rivisto oggi in tv Gimondi! Sempre lo stesso!
RispondiEliminaA proposito ... non ho ancora imparato il QUI, ho poco tempo per il blog, a volte mi sento persin in colpa. Buona Notte!
Siamo un po' troppo giovani :-) tutti e due per aver vissuto davvero la stagione di Coppi e di Bartali; più che altro ci è rimasta la memoria dei miti che erano appena stati.
EliminaSui link non so che dirti; eppure mi era sembrato di esser stato chiarissimo, quando ne parlai sul blog...
Il ciclismo piace al marito e al figlio, soprattutto a quest'ultimo. Anche dalle mie parti passa spesso il Giro d'Italia e ho ancora parecchi gadget, come una borsa rosa e cappellini vari.
RispondiEliminaCredo che a mio figlio piaccia però di più praticarlo come sport piuttosto che fare il tifo per qualcuno.
In quanto al tuo libro, posso dire che si legge tutto d'un fiato ed è proprio piacevole.
Grazie per i complimenti, ma libro addirittura! Non mi spaventare i lettori, è un racconto di neanche venti pagine...
EliminaIl bello del Giro è proprio quello di unire il paese intero più di tanti altri sport; in oltre cent'anni, la corsa dev'essere passata un po' dappertutto.
Chi ha scritto che il suo racconto si trova in un e-book sfogliabile? L'e-book è un libro elettronico no? Ma pur sempre un libro eheheheheheh! :D
EliminaIh ih! :-D Hai ragione anche tu... allora diciamo libriccino, va'...
EliminaEl Ciclismo es un bello deporte.
RispondiEliminaYo lo he practicado, pero no en competición, sino en excursiones con compañeros, recreándonos con el paseo y el paisaje.
Saludos, manolo (Sevilla .- España)
marinosinbarco.blogspot.com
Ciao, Manolo! Anche voi spagnoli avete avuti dei grandi campioni di ciclismo, da Federico Bahamontes El Águila de Toledo fino al grande Miguel Indurain...
EliminaDalle mie parti ogni domenica c'è una garetta, e mi piace vedere con quanta vera passione sportiva le persone partecipino. E' uno sport che è rimasto genuino. Un caro saluto Cosimo
RispondiEliminaTutti gli sport sono rimasti genuini, quando li praticano appassionati dilettanti; è a livello professionistico che il business domina tutto, e il ciclismo non fa eccezione, purtroppo...
EliminaMi piace correre in bicicletta, mi ha sempre dato una sensazione di libertà. Mi piace anche il ciclismo, anche se non lo seguo più. Troppa baraonda intorno. Ma odio i ciclisti che corrono pericolosamente per la statale, quando lo fanno in gruppo ed invece di andare in fila indiana procedono fuori della ciclabile, sono un incubo!
RispondiEliminaBuona Domenica! Renata
Ancora peggio sono i ciclisti cittadini (impiegati di banca in giacca e cravatta e signore settantenni con la borsa della spesa sul portapacchi, per intenderci), che sbucano da tutte le parti, vanno contromano o sul marciapiede, passano col semaforo rosso...
EliminaGimondi, mi ricorda la mia infanzia.Quando si facevano le gare in bici e si voleva essere GIMONDI!!!!
RispondiEliminaIo ho qualche anno più di te e gli eroi della mia infanzia erano Coppi, Bahamontes, Gaul e Anquetil... Quando esplose Gimondi ero già grandicello, e questo mi permise di apprezzarne le gesta con maggior consapevolezza.
EliminaCiao, scusa il ritardo ma sono stata al lago per il fine settimana.
RispondiEliminaIo sono abbastanza appassionata do ciclismo, non mi perderei una tappa del Giro d'Italia per nulla al mondo.
Spero non me ne vorrai se sta sera non mi fermo qui da tea leggere il tuo racconto, passerò con più tempo domani.
Buona serata.Antonella
Figurati... è toccato anche a me scusarmi per le assenze...
Eliminaormai sei uno scrittore...
RispondiEliminaA dire il vero credo di esserlo da più di trent'anni... anche se se ne sono accorti in pochi ;-)...
Eliminatrovai un libricino tempo fa che raccontava la storia dei ciclisti nei primi anni del dopoguerra quando di strane sane c'è ne erano poche per via della guerra... fu delizioso...
EliminaCe ne sono di libri sul ciclismo, e di grandi scrittori che l'hanno raccontato... e il più grande di tutti è stato Gianni Brera.
Eliminama io il tuo libro lo avevo già letto molto tempo fa!!!!... mi pareva
EliminaSe intendi il racconto linkato, in effetti l'avevo già pubblicato circa tre anni fa, e in quel periodo ci frequentavamo assiduamente...
EliminaSolo che con la chiusura di Splinder è scomparso assieme a tutto il Mediablog, quindi l'ho riproposto qui.
Mio nonno adorava il ciclismo, spesso mi portava con lui quando c'era il Giro d'Italia. Non lo amo molto come sport, ma se posso non disdegno di buttarci un'occhio.
RispondiEliminaGrande Gimondi!
Credo in effetti che il ciclismo sia stato di gran lunga più popolare tra le generazioni passate... I giovani secondo me lo seguono molto meno di una volta.
Eliminaè vero... a mio papà è meglio non toccare Bartali e Coppi
Elimina... e a me non toccate Gimondi :-D...
EliminaCaro Cosimo, leggerò con piacere il racconto. per ora mi trovo qui per un saluto e riguardo alle tue osservazioni per dirti che pur non seguendo il ciclismo ma il tennis e l'autumobilismo i 'grandi' nomi che tu fai li conosco perchè le loro imprese furono e restano memorabili.
RispondiEliminasheraunabbraccioebuonasettimanapartendodalmartedì
Tutto lo sport si è un po' deteriorato negli ultimi tempi... Di automobilismo sono sempre stato appassionato anch'io, ma ultimamente lo trovo inguardabile.
EliminaCiao Cosimo, eccomi qua! Leggerò il tuo racconto con calma e attenzione appena potrò... intanto ti lascio un saluto e il mio commento sul ciclismo che mi riporta all'infanzia quando abitavo proprio lungo la statale e quasi tutti gli anni vedevamo in prima fila il passaggio del giro d'Italia. Non ti dico che emozione! E poi da ragazza a vent'anni ho praticato il ciclismo percorrendo circa 20 km e passando giornate indimenticabili!
RispondiEliminaCredo che uno dei principali motivi di fascino del ciclismo sia proprio il fatto che a tutti, magari involontariamente, è successo di veder passare il Giro d'Italia sotto casa nell'infanzia...
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